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Intervista a Paolo Zardi. XXI Secolo

Perfect Link with Article Images on Facebook Il racconto è, nella narrativa contemporanea, una forma di espressione molto diffusa; mi riferisco, in particolare, alle antologie e alle raccolte d’autore che la casa editrice minimum fax ha curato negli ultimi 10 -12 anni, nonché all’accoglienza che la critica ha fatto di questo genere letterario: Ferroni lo considera la forma più «adatta a toccare la frammentarietà e la pluralità dell’esperienza, a scavarne il senso con tensione linguistica e espressiva» .Nella tua produzione annoveri una lunga serie di racconti, molti dei quali antecedenti alla scrittura dei romanzi: ti ritrovi nella dichiarazione di Ferroni? Credi che la forma breve del narrare sia stata per te una sorta di palestra che ti ha permesso di approdare al romanzo o li consideri due generi di scrittura diversa e indipendente l’una dall’altra? Quale senti più congeniale alla tua poetica?

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Sono convinto che esista una tensione tipicamente umana verso la narrazione in generale, che si attua, poi, in mille modi diversi, e non necessariamente attraverso le parole. Limitandosi alla scrittura, la scelta è ampia: si va dalla poesia, che nell’ultimo secolo si è aperta a infiniti modi espressivi, al romanzo, passando per il racconto breve e la novella. Nel mio caso, posso dire di avere esplorato tutte queste forme, trovando in ciascuna delle specificità uniche.

Non sono convinto che il racconto sia più adatto a toccare la frammentarietà e la pluralità dell’esperienza, come dice Ferroni – paradossalmente, credo che il romanzo abbia molti più mezzi a disposizione per questo tipo di rappresentazione. A mio parere, la differenza tra racconto e romanzo è molto più banale: con il primo si racconta un’esperienza rivelatoria, un’epifania, un momento di grazia o un crollo improvviso, u

no schianto, un’illuminazione, con il secondo una trasformazione, in senso evolutivo o involutivo. Ci sono perciò storie che richiedono la forma del racconto e altre che invece hanno bisogno della complessità del romanzo per essere raccontate.

Dal punto di vista dell’inclinazione personale, credo di essere più autore da racconti – anche quando scrivo romanzi, mi accorgo di non saper sfruttare fino in fondo tutta la potenza che la sua struttura e la sua ampiezza consentirebbero – ma la mia passione per la scrittura non conosce limiti di genere.

- tratto da: Morena Marsilio, "Intervista a Paolo Zardi. XXI Secolo", www.laletteraturaenoi.it

http://www.laletteraturaenoi.it/index.php/la-scrittura-e-noi/532-intervista-a-paolo-zardi-xxi-secolo.html

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